Esiste e conviene il nucleare di quarta generazione?
Il presupposto fondamentale di ogni calcolo sul ritorno dell'investimento di un impianto nucleare sia un Capacity Factor (Cf) quanto più vicino possibile al 100% per spalmare il costo del capitale su un numero di kWh prodotti più elevato possibile e ridurne perciò l'impatto.
Ma che succede se - come sta avvenendo adesso per esempio in Francia - il capacity factor di un impianto nucleare si riduce? Succedono due cose:
- la prima è che i costi (che sono fissi e già sostenuti) si distribuiscono su molti meno kWh incidendo perciò di più su ciascuno
- la seconda è che l'energia che manca all'appello deve essere generata dagli impianti a risposta rapida pensati per far fronte ai picchi (si chiamano infatti Peaker) che sono, appunto, rapidi ma molto costosi
Visto che una gran parte del costo del capitale è legato alla sicurezza e al fine vita (capitolo che molti Stati nucleari hanno spazzato sotto il tappeto, con il risultato di trovarsi dietro l'angolo potenziali costi legati alle loro responsabilità legali dell'ordine di decine di miliardi non accantonati) il segreto è lo scale-up: reattori sempre più grandi fino ad arrivare ai colossi da 1.500 MW e più, come Taishan (Cina) o Civaux (Francia).
Ma questa strategia non ha dato i frutti sperati: questi impianti sono così complessi che ognuno è completamente diverso dal successivo e non si riesce a imparare niente, finendo ogni volta in ritardo di anni (Taishan doveva essere il più veloce progetto Epr (European Pressurized Reactor o Evolutionary Power Reactor) del mondo ed è stato commissionato con 4 anni di ritardo, ma ha funzionato solo per 18 mesi prima di essere fermato per problemi al rivestimento delle barre di combustibile e, a oggi, non ha ancora ripreso a generare) e sopra budget di miliardi (Vogtle +16$B, Hinkley C +8£B, Olkiluoto +8€B...).
Ecco allora che qualcuno si è inventato gli Smnr (Small Modular Nuclear Reactor): in fin dei conti, se riusciamo a mettere un piccolo reattore (50-200MW) a bordo di una portaerei o un sottomarino, perché non possiamo far lo stesso per gli usi civili?
Gli Smnr (Small Modular Nuclear Reactor)
Se infine consideriamo il rischio, non tanto di incidente quanto di attacco terroristico, è chiaro che moltiplicare il numero di siti nucleari non può che aumentarlo.
I reattori proposti da NuScale hanno una potenza di 77MW ciascuno, dunque, per rimpiazzare una singola centrale da 1.000MW ne sarebbero necessari 13: dato che il personale addetto alla sicurezza di un sito nucleare tradizionale necessario per gestire i tre perimetri di accesso è di circa 150 persone, c'è sinceramente qualcuno che si sentirebbe al sicuro gestendo gli stessi tre perimetri di un Smnr con 150/13=11 persone?
Mentre è vero che il costo del combustibile nucleare è piccola cosa rispetto al costo del capitale dell'impianto stesso, il combustibile è ovviamente ancora necessario. Ecco dove si produce l'Uranio (fonte: World Nuclear Association):
Qualche considerazione finale: la Cina detiene i diritti di sfruttamento delle miniere in Namibia e Niger. C'è 634 volte meno Uranio235 che Litio sul nostro Pianeta. Tutti sembrano preoccupatissimi che si esaurisca il Litio (che ci basterà per soli 83 miliardi di vetture), mentre nessuno si preoccupa del fatto che potremmo esaurire l'Uranio in meno di centomila anni.
Fonte: Greenplanner
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