Persone con disabilità

Persone con disabilità: La rivoluzione del nuovo linguaggio

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In Italia, si sta svolgendo una significativa discussione riguardo alle parole e alle definizioni utilizzate per descrivere le persone con disabilità. Questo dibattito, riflesso dell’aumento di sensibilità verso le minoranze, mira a trasformare l’approccio alla disabilità. Si cerca di passare da una prospettiva in cui la disabilità è considerata una mancanza rispetto alla norma, a un’idea in cui essa è vista come una caratteristica che definisce un individuo. La convinzione è che il cambiamento delle parole possa influenzare il modo in cui la società percepisce la disabilità e sottolineare l’importanza di adattare infrastrutture e servizi per soddisfare le esigenze di tutti.

Il Richiamo della Spagna e l’Iniziativa Italiana

In Spagna, recentemente, è stata approvata una modifica del termine utilizzato nella Costituzione per riferirsi alle persone con disabilità, rispondendo alle richieste delle associazioni per i diritti civili. Da “disminuidos” (“minorati”) è stato modificato in “personas con discapacidad” (“persone con disabilità”). Anche in Italia, un’iniziativa simile è in corso tramite un decreto legislativo previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, atteso entro il 2025. Questo prevede la modifica delle parole e delle definizioni legate alla disabilità nella legge 104 del 1992 e in altre norme correlate. Termini come “handicap”, “handicappato”, “disabile” e “diversamente abile” saranno sostituiti da “condizione di disabilità” e “persona con disabilità,” allineando il linguaggio normativo italiano con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Persone con disabilità

Persone con disabilità – Il peso delle parole: passato e presente

Attualmente, la legge 104 utilizza il termine “persone handicappate” per riferirsi alle persone con disabilità. Questa definizione è considerata superata e offensiva. Il termine “handicappato” ha origini nel gergo delle corse dei cavalli, indicando uno svantaggio per rendere le gare più equilibrate. In contesti medici e sociali, è stato utilizzato per denotare uno svantaggio o una mancanza fisica o mentale.

Armanda Salvucci, presidente dell’associazione Nessunotocchimario, sostiene che l’utilizzo di parole come “handicappato” e “invalido” sottolinei il concetto di mancanza rispetto a qualcosa o qualcuno. Salvucci evidenzia come l'”abilismo” sia un sistema discriminatorio radicato nella cultura, dove la disabilità è considerata una devianza rispetto alla norma. Meno barriere architettoniche ci sono, meno impatto avrà la disabilità sulla vita di una persona.

Un Cambiamento Profondo nel Linguaggio

Secondo Lisa Noja, ex deputata di Italia Viva, passare da “handicappato” a “persona con disabilità” rappresenta un cambiamento profondo nel modo di pensare e parlare. “Handicappato” suggerisce una condizione statica e immutabile dovuta a una mancanza, mentre “persona con disabilità” sposta l’attenzione sul bisogno, sottolineando che la persona richiede un contesto che renda la sua condizione meno impattante sulla vita quotidiana.

Persone con disabilità

Il decreto legislativo introduce anche modifiche ad altre parole, come “diversamente abile” e “disabile”. Salvucci critica l’uso del termine “diversamente abile,” poiché suggerisce che l'”abilità” sia il punto di riferimento principale. Inoltre, critica anche l’uso del termine “inclusione,” sottolineando che implica considerare il sistema delle persone senza disabilità come dominante, cercando di includere le persone con disabilità al suo interno, invece di creare una società che tenga conto di tutte le persone.

In conclusione, il dibattito sulle definizioni delle persone con disabilità in Italia mira a spostare l’attenzione dalle mancanze alla gestione del contesto, riconoscendo che la disabilità interagisce con l’ambiente circostante. Il cambiamento delle parole può influenzare il modo in cui la società considera la disabilità, sottolineando l’importanza di adattare le infrastrutture e i servizi per includere le esigenze di tutti. Mentre l’Italia si prepara a un cambiamento linguistico, resta da vedere come questo influenzerà concretamente la percezione della disabilità nella società e quali nuove prospettive emergeranno in questo processo di evoluzione del linguaggio.