Donne, stereotipi e luoghi comuni
Una ricerca dell’Istat , in cui sono state proposte alcune affermazioni stereotipate riguardo il ruolo della donna nella la gestione della casa, nella sfera economica e lavorativa e nelle decisioni familiari, ha evidenziato che gli uomini e le donne intervistate sono abbastanza d’accordo (per il 58,8%) e molto d’accordo (il 22,4% ) con le frasi suggerite.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che, in quelle percentuali, le donne che la pensano così sono tante quanti sono gli uomini.
Sembrerebbe una situazione innocua, se non fosse che proprio da certi modi di pensare derivino la violenza fatta di parole, pressioni, umiliazioni e vergogna che è ormai entrata nella nostra quotidianità.
“Datti ai fornelli”. “Con chi sarà stata a letto per arrivare fino a lì?”. “L’hai provocato”.“E’ stato solo un raptus di gelosia” ma anche “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna. “Sei fortunata ad avere un compagno che ti aiuta in casa.! “Le donne non si toccano nemmeno con un fiore”. “È proprio una donna con gli attributi”. “Auguri e figli maschi”. “Donna al volante pericolo costante”. “È davvero una z***ola”. “Piange come una femminuccia e si arrampica come un maschiaccio”. “Lei è la regina della casa e io a volte faccio il mammo”.
Quelle riportate sono solo alcune delle frasi che condizionano la vita di tante donne e uomini. E non scordiamo la sovrabbondanza di luoghi comuni sui comportamenti femminili che parte dallo shopping compulsivo, passa per la quantità di vestiti e scarpe, attraversa il mal di testa e la ricerca dell’uomo ricco da sposare e finisce con il difetto di parlare troppo.
Parole rivoluzionarie
Come ogni società crea, mantiene e trasmette i suoi stereotipi attraverso il linguaggio di chi li tramanda, così tutte le rivoluzioni partono sempre dalle parole.
Sono i modi di esprimersi a trasformarsi in pensiero, infatti, a rafforzare certi pregiudizi, a giustificare comportamenti aggressivi e, perciò, sono loro che devono essere combattuti ed eliminati dalla vita di tutti i giorni.
Il modo con cui ci esprimiamo e formuliamo idee è quello con cui possiamo cambiare il mondo
Il nocciolo della questione
In sostanza, per iniziare ad eliminare le disuguaglianze, per evitare condizionamenti, bisogna partire dal linguaggio, cioè dalle parole e dalle frasi che usiamo, e dagli atteggiamenti che ne facciamo derivare.
Perché sia possibile, però, non è sufficiente affidare la soluzione ad un sommario cambio di vocale finale. Occorre, invece, togliere di mezzo completamente quei modi di dire che soprattutto le donne dovrebbero smettere di ripetere, se vogliono davvero cancellare le discriminazioni di cui tanto si lamentano, ma che continuano ad alimentare più o meno inconsapevolmente.
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