Hugo

Hugo

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All’inizio su facebook ero Hugo, trentacinquenne di madre italiana e padre Islandese; laureato in fisica e ricercatore presso l’University of Iceland di Reykjavík.

Partorito soprattutto per mettere a disagio i “maschi” che commentavano rozzamente i post delle mie amiche, in meno di una settimana Hugo arrivò ad avere oltre 100 contatti, quasi tutte donne, alcune delle quali non potevano immaginare lo fossi anche io.

Un giovane gentiluomo di altri tempi, bello, misterioso, brillante, colto e single.

Mai avrei pensato che in poco tempo il gioco si sarebbe trasformato in un esperimento sociale.

D’improvviso mi ritrovai una corte di spasimanti, che gareggiavano e si punzecchiavano tra loro per sedurmi.

Ero diventato il Principe Azzurro da conquistare.

Senza aver mai neanche sottinteso alcun interessamento da parte mia (anche perché sono eterosessuale), qualcuna, evidentemente stanca di confrontarsi con le altre, pensò bene di sbaragliarle iniziando a scrivermi in privato trivialità di ogni genere, proposte indecenti e a inviarmi foto osé che rasentavano il porno.

Se le informavo garbatamente di non apprezzare un corteggiamento così spudorato, mi sfottevano pesantemente (evito i dettagli).

Dirgli, poi, di preferire altri tipi di donne le faceva imbestialire!

Mi resi conto allora che, come uomo, non avevo alcuna arma contro quelle furie: dovevo subire avances e insulti senza reagire.

Ero molestato, ma dovevo stare zitto perché agli uomini certe cose devono piacere, punto e basta.

Soprattutto dovevano piacermi loro, le dovevo amare come loro amavano me, altrimenti partiva la lagna da “vittima del solito stronzo”, puntualmente sbeffeggiato crudelmente (dalle sedicenti vittime!) e cancellato dai contatti con tanto di rabbioso avviso pubblico.

Quando cambiai il nome di Hugo con il mio tanti trovarono la cosa divertente, ma furono molte le “amiche” che decisero di abbandonare, non senza insulti finali.

Quanti uomini subiscono molestie e violenze tutti i giorni senza reagire, perché al contrario passerebbero dalla parte del torto? E per molestie intendo qualsiasi prepotenza: dagli approcci infuocati a quelle in casa, quando sopportano solo per non sentire “piagnistei”, veri e propri strumenti di manipolazione usati da sempre dalle donne.

Da una ricerca ISTAT pubblicata nel 2019 è emerso che oltre 3 milioni di uomini tra il 2015 e il 2016 sono stati vittime degli stessi tipi di violenza che subiscono le donne.

Però sentiamo parlare solo della violenza contro le donne,  quella contro gli uomini è considerata un tabù sociale per colpa dei soliti pregiudizi e stereotipi che disegnano l’uomo come appartenente al “sesso forte”, a cui è difficile fare del male.

Invece, la mia esperienza dimostra come entrambe le metà della mela possono essere avvelenate. Sbaglio?

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