pandoro

Come riconoscere un buon pandoro?

Guide & Utili

Dopo la guida al panettone, oggi tocca al suo “rivale” storico.

Un pandoro preparato ad arte dovrebbe avere queste caratteristiche, che con un po’ di attenzione potrebbero essere riconosciute anche da un profano della pasticceria:

  • il pandoro deve presentare la tipica forma a stella ottagonale. Le “coste”, che servono ad aumentare la superficie del dolce, riducendo i tempi di cottura, devono essere ben conformate;
  • la superficie esterna del pandoro deve essere priva di crosta, non deve presentare tracce di unto, ma deve apparire asciutta;
  • la colorazione della superficie esterna del pandoro deve essere uniforme, né eccessivamente chiara, né eccessivamente scura, ma adeguatamente dorata;
  • la base del pandoro corrisponde alla parte del dolce posta in alto durante la cottura: se risulta più scura o addirittura bruciata, il dolce è stato cotto ad una temperatura eccessiva;
  • al taglio il pandoro deve presentarsi soffice e asciutto. Il colore della pasta deve essere giallo uniforme, colorazione che ricorda l’utilizzo di burro e uova nell’impasto;
  • l’alveolatura deve essere piccola e uniforme. La presenza di alveoli più grossi indica generalmente una lievitazione spinta al fine di aumentare il volume del dolce. Un’alveolatura più grande determina anche una perdita più rapida dell’umidità;
  • il profumo del pandoro dovrebbe essere gradevole. Non dovrebbero essere percepibili odori troppo intensi, dovuti all’utilizzo di aromi, o acidi causati dal lievito;
  • aroma e gusto di burro e di vaniglia dovrebbero caratterizzare il pandoro all’assaggio. Non dovrebbero essere evidenti difetti di gusto. Una cottura eccessiva determina la formazione di un gusto amaro sulla superficie del prodotto, che altera l’aroma ed il gusto dell’intera fetta.
  • perché il pandoro possa assumerne l’aroma, lo zucchero a velo dovrebbe essere di preferenza spolverizzato sul dolce il giorno prima.
  • nella produzione artigianale, lo zucchero a velo dovrebbe essere personalizzato: preparato direttamente dal pasticcere, dovrebbe contenere la bacca di vaniglia.

La ricetta del pandoro

Si può chiamare Pandoro solo il prodotto ottenuto con ingredienti specifici. In particolare, non è ammesso nella produzione del Pandoro l’uso di materie grasse diverse dal burro (e dal burro di cacao), l’impasto deve contenere una certa quantità di tuorlo d’uovo e il lievito deve essere naturale, ottenuto dalla lavorazione precedente, per dare il tipico sapore leggermente acido all’impasto.

La legge detta norme precise sugli ingredienti che devono essere aggiunti all’impasto del pandoro: chi produce deve seguire scrupolosamente le indicazioni non solo sul tipo di materia prima da usare, ma anche sulla sua quantità. L’impasto deve contenere:

  • farina di frumento;
  • zucchero;
  • uova di gallina di categoria “A” e/o tuorlo (in quantità tale da garantire non meno del 4% in tuorlo);
  • burro per almeno il 20%;
  • lievito naturale;
  • aromi di vaniglia o vanillina;
  • sale.

Altri ingredienti il cui utilizzo è consentito nella produzione del pandoro sono: il latte ed i suoi derivati, il malto, il burro di cacao, gli zuccheri e lo zucchero impalpabile, il lievito, gli aromi naturali, alcuni additivi come gli emulsionanti e i conservanti). Non deve esserci traccia di materie grasse diverse dal burro o eventualmente dal burro di cacao.

Fonte: Altroconsumo

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