
Energia, Eni testa con successo la fusione nucleare magnetica

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L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, commenta il successo del test - il primo al mondo- «del magnete con tecnologia superconduttiva HTS (HighTemperature Superconductors) che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica».
«Un risultato straordinario» verso l’obiettivo di avere energia pulita e «virtualmente inesauribile», copiando quello che avviene all’interno del Sole: Si tratta della tecnologia che consentirà di gestire la fusione nucleare di deuterio e trizio per produrre energia. L’esperimento è stato portato avanti dall’americana Cfs (Commonweath Fusion Systems), una società nata all’interno del Massachusetts Institute of Technology (MIT), di cui l’Eni è il maggiore azionista essendo entrata nel capitale nel 2018.
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Una tecnologia finora mai sperimentata e applicata a livello industriale. In pratica, la fusione a confinamento magnetico riproduce i princìpi tramite i quali il Sole genera la propria energia e questo garantirebbe un’enorme quantità energetica a zero emissioni.
La fusione nucleare magnetica
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Per questa ragione si parla ora di una fonte di energia sicura, sostenibile e inesauribile e che potrebbe rappresentare la svolta decisiva nel percorso di decarbonizzazione.
Ma come funziona? La fusione di due nuclei d’idrogeno libera un’enorme quantità di energia: è questa reazione chimica che alimenta il Sole e le altre stelle. Il processo non emette gas a effetto serra né sostanze fortemente inquinanti o altamente radioattive. Ma questo processo ha uno svantaggio: è molto difficile da replicare artificialmente sulla Terra perché richiede l’utilizzo di plasma a temperature elevatissime. Per arrivare a riprodurla e renderla utilizzabile le più grandi eccellenze mondiali nella ricerca stanno studiando la tecnologia del confinamento magnetico che, come dice il nome, impiega campi magnetici potentissimi per gestire il plasma in cui avviene la fusione. L’idrogeno nel plasma viene utilizzato sotto forma di due suoi isotopi e cioè il deuterio e il trizio, i cui nuclei, oltre a un protone, possiedono rispettivamente uno e due neutroni. Il sole invece usa il prozio, l’isotopo di idrogeno di gran lunga più abbondante nell’Universo (99,98%), totalmente privo di neutroni. Qualunque sia però la forma di partenza, fondendo tra loro due nuclei di idrogeno si ottiene energia, neutroni ed elio, un gas nobile totalmente innocuo. In altre parole, si produce energia a impatto zero.
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Fonte: Corriere della Sera
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