malattie respiratorie stagionali

Breve guida alle malattie respiratorie stagionali

Guide & Utili

Naso chiuso, naso che cola, gola che brucia e tosse che non fa dormire. Con l’arrivo dell’autunno, seguito dal gelido inverno, tornano a circolare le malattie respiratorie tipiche delle stagioni più fredde, che ci tormentano con i loro sintomi caratteristici. A queste si è aggiunto il Covid, con cui dovremo continuare a fare i conti anche nelle prossime stagioni. Ma come distinguiamo il Covid dall’influenza stagionale o da un raffreddore? E i farmaci che ci vengono proposti per alleviare i sintomi sono davvero tutti utili? Ci sono dei rischi legati al loro uso? Ecco tutto quello che c’è da sapere

Le principali malattie di stagione

Sono ormai più di tre anni che conviviamo con il Covid e concetti un tempo relegati ai soli dibattiti scientifici sono diventati familiari. Oggi sappiamo come si diffonde un’infezione respiratoria, quali sono le principali vie di trasmissione, come evitare di contagiare gli altri e come proteggerci al meglio. Quello che abbiamo imparato dall’esperienza della pandemia è una lezione da non dimenticare, non solo per prepararci meglio allo scontro con potenziali minacce ma anche per affrontare al meglio le malattie virali stagionali con cui ci confrontiamo da sempre.

La stagione fredda porta con sé malanni respiratori che si diffondono principalmente per via diretta, attraverso le goccioline di saliva e di muco emesse, tossendo, starnutendo, parlando o semplicemente respirando, da una persona infetta. Gli agenti infettivi possono diffondersi anche per via indiretta, attraverso il contatto con le mani o con oggetti contaminati (dai fazzoletti usati agli asciugamani, ad oggetti si uso comune come i giocattoli) o con le superfici in generale.

Le malattie virali tipiche delle stagioni fredde si manifestano tutte con sintomi respiratori, seppur vari e variabili, quali naso che cola o naso chiuso, tosse, mal di gola, febbre, spossatezza, dolori muscolari e malessere generale. Tutti questi fastidiosi acciacchi sono il segnale di un’infezione in atto, il cui colpevole è uno dei vari virus che circolano soprattutto nei mesi più freddi dell’anno. C’è l’imbarazzo della scelta, tra virus influenzali veri e propri (quelli contro cui sono diretti i vaccini antinfluenzali) e virus parainfluenzali, che danno sintomi del tutto sovrapponibili. Per non dimenticare poi i virus che danno raffreddori, come i rhinovirus e i coronavirus diversi dal Sars-cov-2 (il virus del Covid), ma anche gli adenovirus e il virus respiratorio sinciziale, da cui i bimbi sono i più colpiti.

Quando c’è il picco

Tutti questi agenti infettivi danno sindromi poco distinguibili tra loro, tanto che nella conta annuale dei casi di influenza il contributo dei virus influenzali è di solito la minoranza. Per questo motivo è molto difficile distinguere tra influenza, Covid e le altre infezioni respiratorie sulla sola base dei sintomi: solo un tampone è in grado di farlo. E questo è vero anche durante il picco delle influenze!

Picco è un’altra parola a cui ci siamo abituati negli ultimi anni, in cui abbiamo ben compreso come dopo una progressiva salita dei casi, più o meno rapida, si raggiunge un punto massimo di diffusione, dopo il quale i nuovi casi andranno man mano a scendere sotto il livello di guardia. Questo è quello che accade con l’influenza, che ogni anno torna come un’onda a diffondersi dalla seconda metà del mese di dicembre, per raggiungere il picco di casi verso la fine di gennaio e poi scemare nelle settimane successive fino a placarsi del tutto verso la fine del mese di marzo. Quest’anno però il picco influenzale è arrivato decisamente prima del solito. L’influenza Australiana si è infatti presentata in anticipo con un elevato numero di casi proprio a ridosso delle feste natalizie. Un fenomeno anomalo che si è verificato proprio per colpa del mancato allenamento immunitario dei mesi e anni precedenti, in cui mascherine, distanziamento, contatti interpersonali limitati e misure per limitare la diffusione del Covid avevano abbattuto la circolazione dell’influenza. Una volta tolte queste misure di protezione, i virus hanno ripreso a circolare, testimoniando così l’efficacia di quelle misure verso gli agenti infettivi respiratori.

Quando fa freddo ci si ammala di più?

È un dato di fatto che in autunno e inverno ci si ammali di più. La ragione principale non è tanto legata al freddo in sé, che di certo è uno stress fisico rilevante (soprattutto per gli anziani) e non aiuta le nostre difese ad essere più efficienti, ma è legata al comportamento che assumiamo nei mesi più freddi. In autunno e inverno stiamo maggiormente al chiuso per ripararci al caldo e molto del nostro tempo – libero e non – lo passiamo in luoghi pubblici spesso affollati e poco o per nulla areati. Per i virus diventa molto più semplice diffondersi da una persona all’altra. Inoltre, dopo l’estate riprendono le attività scolastiche e i bambini sono il bersaglio principale delle infezioni respiratorie, che trovano terreno favorevole quando si passa molto tempo in spazi chiusi, poco ventilati e quando il contatto stretto e l’interazione sono frequenti (come durante il gioco).

Come prevenire le malattie di stagione

Sebbene il nostro organismo sia dotato di efficaci barriere difensive per impedire l’ingresso degli agenti infettivi e di un efficace sistema immunitario per combatterli una volta entrati, è raccomandabile adottare alcuni comportamenti per ridurre le probabilità di contagiarsi e di contagiare gli altri, specie se anziani o fragili. Purtroppo, ad oggi, a parte la vaccinazione verso alcune malattie infettive specifiche, non esistono farmaci o integratori efficaci per potenziare le difese immunitarie, ma solo stili di vita utili (dieta sana, attività fisica, niente fumo). Allo stesso modo, non è dimostrato che serva rifugiarsi in una grotta di sale: non ci sono prove che l’haloterapia serva per evitare i malanni di stagione.

Ecco alcuni accorgimenti per prevenire e contrastare i malanni di stagione.

  1. Evita quanto possibile i luoghi chiusi e affollati, specie se sei tu ad avere dei sintomi.
  2. Migliorare la qualità dell’aria è fondamentale per abbassare il rischio di trasmissione di infezioni respiratorie, che al chiuso aumenta considerevolmente. Dall’apertura di porte e finestre (oculata, visti costi di energia), magari scandita dai “suggerimenti” di un rilevatore di CO2, ai purificatori d’aria fino ai sistemi di ventilazione meccanica. Ti spieghiamo pro e contro di questi sistemi.
  3. Mantieni il giusto livello di umidità dell’aria. Le mucose respiratorie hanno bisogno del giusto livello di umidità affinché le difese di cui sono dotate funzionino al meglio. Con questa guida puoi scegliere l’umidificatore più utile alle tue esigenze.
  4. Mascherine: in alcuni contesti e occasioni, indossare la mascherina continua ad essere una valida misura anticontagio, che non vale solo per il covid. Ecco qui i nostri consigli.
  5. Lavare le mani, soprattutto dopo aver frequentato mezzi e luoghi pubblici, continua ad essere importante. Contribuisce a ridurre il rischi di infezione, non solo delle vie respiratorie ma anche gastrointestinaliÈ sufficiente acqua e sapone (non serve sia antibatterico). In alcuni contesti si può ricorre ad un prodotto igienizzante a base di alcol. Se vuoi sapere come lavare o igienizzare correttamente le manisegui queste indicazioni sempre valide.
  6. Ricordati della buona etichetta respiratoria, ovvero starnutire e tossire coprendosi il naso e la bocca con fazzoletti di carta o, in mancanza, con la manica del vestito, buttare il fazzoletto e lavarsi o igienizzarsi le mani.
  7. Vaccinazione antinfluenzale offerta gratuitamente e raccomandata ad alcune categorie della popolazione.

Rimedi e farmaci per i sintomi di raffreddore e influenza

Le malattie respiratorie stagionali, generalmente, si risolvono da sole in pochi giorni, di solito nel giro di una settimana o poco più. Qualora i sintomi dovessero durare a lungo e non migliorassero, o addirittura peggiorassero, è il caso di consultare il medico. Se invece i sintomi non appaiono in modo insolito e sembrano tendere al miglioramento, non c’è da preoccuparsi.

In questi casi la prima cosa da fase è assecondare l’organismo e stare a riposo. Riposarsi è fondamentale: il nostro fisico ha bisogno di concentrare attenzione ed energie sul combattere l’infezione. Non a caso, la febbre e la spossatezza tipiche di queste infezioni ci costringono a letto, mentre l’innalzamento della temperatura rende le difese più efficienti. Per questo non ha senso abbassarla se non quando ci rende impossibile il risposo. Se hai dubbi sulla febbre consulta questo dossier. Leggi il nostro approfondimento sui termometri digitali.

A volte alcuni sintomi, come la tosse, possono dare strascichi anche lunghi per colpa dell’infiammazione delle vie aeree che persiste anche dopo la fase acuta della malattia: niente paura, passerà anche questa. Nel mentre, ci sono alcune cose che si possono fare per placare la tosse e tra queste non c’è sempre l’uso di un farmaco. Sciroppi e pastiglie sponsorizzati per la tosse servono a poco. E ricorda: l’aerosol con il cortisone non è sempre consigliato.

Per il mal di gola, invece, si può ricorrere a farmaci che forse hai già in casa e non è detto serva comprare caramelle e pasticche specificamente indicate.

Se hai il raffreddore ci sono rimedi più efficaci di altri, come ad esempio  i lavaggi nasali. Per il naso chiuso si può anche ricorrere  a farmaci decongestionanti spray nasali, ma solo per un breve periodo di tempo e mai nei bambini. Attenzione poi ai farmaci indicati per raffreddore e sintomi influenzali a base di pseudoefedrina. Possono dare effetti indesiderati anche gravi.

Per i dolori muscolari possono essere utili farmaci antidolorifici o antinfiammatori che forse hai già in casa. Non tutti sono efficaci e sicuri allo stesso modo. Per evitare il più possibile effetti indesiderati vanno usati nelle condizioni e nei modi corretti.

Antibiotico: quando serve davvero

Nelle infezioni virali l’uso degli antibiotici non è quasi mai utile, ma nonostante ciò gli antibiotici vengono spesso prescritti o assunti in modo inappropriato, un comportamento dannoso che contribuisce al problema dell’antibiotico-resistenza. Siamo tra i paesi che più prescrivono antibiotici e con il maggior numero di morti per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici. Ecco perché questi farmaci andrebbero prescritti e assunti solo quando sono davvero necessari.

Serve purificare l’aria in casa?

A meno che tu non soffra di particolari allergie, comprare un purificatore non serve: basta aprire più spesso le finestre. Ventilare gli ambienti chiusi è un utile metodo anti-contagio.

Non è stato dimostrato in modo chiaro che i depuratori d’aria siano in grado di prevenire le malattie respiratorie. Tuttavia chi soffre già di disturbi, in particolare chi è allergico ai cosiddetti inalanti (pollini, acari della polvere, muffe e così via), con sintomi che peggiorano all’interno dell’abitazione, potrebbe trarre giovamento dall’uso di questo tipo di apparecchi, soprattutto nel periodo di fioritura delle piante e di presenza maggiore di pollini nell’aria, quando si intensificano i sintomi della rinite allergica.

Fonte: Altroconsumo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *