
Arancia meccanica e la Cura Ludovico

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Inserito dall’American Film Institute tra i migliori 100 film statunitensi di tutti i tempi, Arancia Meccanica, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess, compie 50 anni e, nonostante l’evoluzione tecnologica, internet e i social, non potrebbe essere più attuale.
Il film più controverso di Stanley Kubrick é anche uno dei più censurati di sempre: in Italia ha avuto il divieto per i minori di 18 anni fino al 1998.
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In Arancia meccanica, proiettato la prima volta a New York il 19 dicembre del 1971, Alex, giovane intelligente, borghese e bello, fa il male per gioco, candidamente, dando sfogo all’intima natura umana.
Il bene di tutti
Certamente, Alex è degno di essere punito dallo Stato. Ma anche lo Stato è malvagio, in maniera ancora più brutale, perché per rieducarlo sovverte la sua natura per il bene di tutti. Perché tutti – entità astratta– stiano bene, l’uno, l’individuo, deve soccombere.
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Il Dio biblico, se non altro, accetta la malvagità della sua creatura, non la sconvolge.
Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto”. Lo dice Dio dopo aver scatenato il diluvio (Gn 8, 21) continuando ad amare l’Uomo, da cui neanche una catastrofe riesce a scardinare la malvagità.
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Lo Stato, invece, si fa Ultra Dio e adotta come rimedio la “Cura Ludovico”, perché per vivere con gli altri bisogna piegarsi al potere istituito e, infatti, Alex alla fine si piega.
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Con l’uscita del film Kubrick e Burgess furono accusati di incitare i giovani al male, di invitarli alla rivolta contro i dettami morali.
Addirittura, Arancia meccanica fu citato in tribunale per commentare una serie di fatti di sangue, compiuti da giovanissimi, tra cui l’omicidio di un senzatetto, a Bletchley, nel Buckinghamshire, da parte di un sedicenne.
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Fu perfino ritenuto un film “fascista”. La risposta di Kubrick fu chiara :“È piuttosto vero che la visione dell’uomo presente nel mio film è meno lusinghiera di quella con cui Rousseau aveva sollazzato gli animi in un racconto similmente allegorico – ma, al fine di evitare il fascismo, è davvero necessario considerare l’uomo come un nobile selvaggio piuttosto che un ignobile selvaggio? Essere pessimista non è ancora sufficiente a qualificare qualcuno come un tiranno”.
Arancia meccanica ha sconvolto e continua a sconvolgere la società strappando la maschera di quelli che, per preservare il “puritano consenso”, nascondono un istinto naturale, servendosene a loro volta e camuffandolo con il nome di legge.
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