Amnesty International: pena di morte in calo, ma cresce in alcuni Paesi

Amnesty, pena di morte 2021
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Il ricorso alla pena di morte cresce in alcuni Paesi, ma è in calo nel mondo. Secondo i dati raccolti da Amnesty International e raccolte nel suo ultimo report, nel 2021 si sono verificate almeno 579 esecuzioni documentate in 18 diversi Stati, il 20% in più rispetto all’anno precedente.

A guidare la classifica globale dei Paesi con il maggior numero di condanne a morte si trova l’Iran, con 314 condannati a morte (rispetto ai 247 del 2020); l’Arabia Saudita ne ha eseguite 65 (sono state 27 nel 2020). “Dopo il calo del 2020, Iran e Arabia Saudita hanno ripreso a usare massicciamente la pena di morte, persino violando vergognosamente i divieti del diritto internazionale”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. Ad aver causato l’impennata delle sentenze capitali in Iran è la linea dura decisa da Teheran per i reati legati al traffico di droga, in aperta violazione al diritto internazionale che contempla il ricorso alla pena di morte solo per il reato di omicidio intenzionale.

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Aumento in Bangladesh, India e Pakistan

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L’aumento assoluto delle condanne a morte è stato registrato in Bangladesh (almeno 181 rispetto alle 113 stimate nel 2020), India (144 rispetto a 77) e Pakistan (almeno 129 rispetto a un minimo di 49). Un trend costante è invece rappresentato dall’Egitto, in cui forze di sicurezza e magistratura sempre più asservita al governo del Presidente Al Sisi hanno reso una prassi la persecuzione, detenzione arbitraria e tortura dei prigionieri politici, ricorrendo poi alla condanna a morte al termine di processi farsa per 356 persone, contro le 264 del 2020. Oltre all’aumento delle condanne a morte eseguite, Amnesty denuncia anche una crescita del 40% delle sentenze di pena capitale stabilite dai giudici di 56 Stati, per un totale di 2052 sentenze capitali. Purtroppo, non sono disponibili i dati relativi alle condanne a morte in Cina, Corea del Nord e Vietnam, a causa della segretezza imposta dalle autorità politiche e giudiziarie di questi Paesi.

Fonte: Amnesty, The Vision

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