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⁣Edgar Morin compie 100 anni: vita, Parigi e ricordi racchiusi nel suo libro

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Non basterebbero cento fogli per raccontare la vita e la personalità di Edgar Morin. Il suo libro La mia Parigi, i miei ricordi fornisce un viaggio nei ricordi personali di un grande pensatore, ex combattente della resistenza, sociologo, filosofo, in parallelo all’evoluzione del cuore di Parigi, la sua città tanto amata.

Ha compiuto 100 anni oggi Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, nato a Parigi l’8 luglio 1921.

Per conoscerlo meglio consigliamo la lettura di La mia Parigi, i miei ricordi, autobiografia in cui narra di sé, dei suoi tanti amori, della guerra, della sua fede marxista, delle sue sconfitte, e dei tetti di Parigi, delle case nelle quali ha vissuto dall’infanzia ad oggi.

Chi è Edgar Morin

Edgar Nahoum (Edgar Morin è uno pseudonimo) nacque nel 1921 in una piccola via di Montmartre, ebreo, in una famiglia sefardita proveniente da Livorno. Il padre aveva un negozio di calze e calzini, e sotto l’occupazione nazista venne espropriato per consegnarlo a un ariano. La madre morì quando lui aveva appena dieci anni. La morte della madre, ricorda l’autore nel libro, lo resero a tutti gli effetti un parigino.

La Parigi di quei tempi era attraversata dai tram e lungo le vie c’erano i cantanti di strada come Edith Piaf, i mangiafuoco e i forzuti che sollevavano pesi. Il giovane Edgar si soffermava a vedere le vetrine delle librerie, a Pigalle dove con pochi soldi poteva guardare in due aperture di una scatola un piccolo film spinto, andava all’Opera, frequentava i cinema d’essai, e ritornava più volte al Louvre, estasiato dalla pittura italiana del Rinascimento. I palazzi avevano i portinai, l’inquinamento non si conosceva e nei caffè si incontravano gli scrittori e ci si intratteneva giocando a dama.

Tutto sembrava scorrere nella normalità fin quando l’ascesa di Hitler non condusse tutti sonnambulicamente alla guerra.

Morin frequentava il corso di Filosofia all’università quando venne invasa la Polonia. Scampato agli arresti della Gestapo, membro della Resistenza, in una Parigi sinistra e vuota conoscerà la moglie Violette che gli darà due figlie, Irene e Veronique. Gli anni della liberazione saranno difficili, gli ex partigiani lasceranno il posto ai professionisti della politica. Tra articoli, libri, avrà un posto emerito all’Università. Arriveranno gli anni nei quali la vita culturale di Parigi si rianimerà, Morin conoscerà e frequenterà locali dove Boris Vian suonava la tromba, Juliette Greco si esibiva, e i caffè dove si incontravano editori e scrittori quali Queneau, Bataille, Camus, Roland Barthes e la esile Margherite Duras.

Ossessionato dagli enormi inganni delle ideologie, il suo ideale di comunismo entra in crisi e nel 1951 viene escluso dal Partito. Protagonisti della sua vita saranno ancora i tetti di Parigi e i suoi traslochi, innamorato come è stato di donne piene di fascino e intelletto. I suoi occhi assisteranno a insurrezioni, liberazioni, repressioni. Dalla guerra di Algeria al movimento Solidarnosc in Polonia, dalla caduta del muro di Berlino alla guerra in Jugoslavia, dall’attacco alle Torri gemelle alla notte di Bastill con l’elezione di Hollande. Dalle penne a inchiostro, all’Olivetti, al Mac, da una Parigi vuota dopo la Liberazione ad una città sovrappopolata. Vedrà il declino della cultura operaia che coinciderà con il declino del partito comunista.

Il capitalismo immobiliare, con i palazzi dei quartieri belli e residenziali avvierà la segregazione per le classi medie e di immigrati nei quartieri Barbes, Bellville e tanti altri.

Il libro La mia Parigi, i miei ricordi di Morin è un viaggio nei ricordi personali di un grande pensatore, ex combattente della resistenza, sociologo, filosofo, in parallelo all’evoluzione del cuore di Parigi, la sua città tanto amata.

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