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Sprechi alimentari: non raccolto il 21% di frutta non “bella”

Scienza e ambiente
Non è bella, non è perfetta, e allora può restare a terra, nei campi o sugli alberi. E così più di un quinto della frutta e verdura destinati alle nostre tavole rimane sui campi. In gran parte perché il prodotto non abbastanza perfetto o addirittura bello, come se fossero questi i motivi per cui lo si compri o lo si debba comprare. Quello della perdita di cibo nella fase di produzione è un problema che rimane nasco- sto e che – assieme alla grande quantità di ali- menti che viene gettata nel secchio dell’immondizia casalingo – contribuisce a creare l’enorme problema di spreco alimentare che, secondo gli ultimi dati disponibili, interessa almeno un terzo della produzione.
Tra le principali cause dello spreco nei campi c’è la mancanza di caratteristiche che l’industria alimentare e le norme giudicano ottimali per la frutta e la verdura.
A ricordarlo è NaturaSì, la maggiore azienda del biologico, in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione contro lo Spreco Alimentare promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e che si celebra oggi.Il rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher 2021 rivela che le famiglie italiane hanno ridotto lo spreco, nell’anno del Covid, passando da 31 chili l’anno di cibo buttato a 27. Ma sui campi e nella catena di produzione, il fenomeno non appare in arretramento. NaturaSì ha lanciato lo scorso giugno con Legambiente la campagna CosìPerNatura, mettendo a disposizione dei clienti prodotti imperfetti ad un prezzo ridotto.

Se si riducessero anche solo del 25% gli sprechi alimentari si potrebbe imbandire la tavola per circa 4 milioni di poveri, che con l’emergenza Covid sono costretti a chiedere pacchi alimentari o pasti gratuiti. Così i dati di Coldiretti. Le categorie più deboli dei nuovi indigenti sono i bambini al di sotto dei 15 anni (21%), gli anziani sopra i 65 (9%) e i senza fissa dimora (3%). Nel 2020 è stato sprecato cibo per 5,2 mln di tonnellate, pari a un valore di 9,7 mld.

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