come si sono diffusi in Europa i principali cibi che ci ha fatto conoscere Cristoforo Colombo

Nuovo Mondo, nuovi sapori

Scienza e ambiente

Parliamo spesso di cucina tipica italiana, ma quanti sanno che molti dei piatti della nostra tradizione non esisterebbero senza la scoperta delle Americhe avvenuta nel 1492?

Ecco come si sono diffusi in Europa i principali cibi che ci ha fatto conoscere Cristoforo Colombo

  • Patata
    Incredibile pensare che questo tubero, oggi onnipresente in Europa, fosse del tutto sconosciuto fino a circa 500 anni fa. La patata è originaria del Perù, Messico e della Bolivia, territori dove veniva coltivata fin dia tempi della civiltà azteca e incaica. La leggenda vuole che Colombo la importò in Europa, ma in realtà l’Ammiraglio genovese nei suoi viaggi oltre Oceano non incontrò personalmente la patata, almeno da quanto sappiamo. Nella seconda parte del ‘500 le patate giunsero in Italia grazie ai padri Carmelitani scalzi.
    Fu proprio Luigi XVI, il quale, dopo la spaventosa carestia del 1785, impartì l’ordine ai nobili di obbligare i propri contadini a coltivare la patata. La patata divenne il cibo popolare per antonomasia. In Italia la sua diffusione non fu immediata, ma non appena si comprese le sue potenzialità, questo tubero si propagò in tutto il Paese con estrema rapidità. La sua incredibile versatilità l’hanno resa uno dei prodotti vegetali più importanti e più consumati in assoluto.

 

  • Pomodoro
    La storia del pomodoro nasconde tanti aneddoti e tanti enigmi. Senza alcun dubbio oggi è diventato uno dei prodotti più apprezzati sulle tavole italiane. Arrivarono in Europa tipologie di pomodori molto differenti da quello odierno, per aspetto, per crescita della pianta. Furono proprio gli Aztechi ad inventare la famosa “salsa di pomodoro”.
    La sua diffusione “esplose” quando alla pianta vennero attribuite proprietà afrodisiache eccelse. Oggi è praticamente impossibile riuscire ad evitare questo ingrediente in qualunque parte d’Europa.

 

Dai Maya alle nostre tavole

  • Mais
    Fu il popolo Maya ad utilizzare questa pianta per primo, ma forse già i popoli precedenti ne avevano compreso i valori nutritivi. I Maya si nutrivano dei chicchi essiccati, e anche lessati, e sappiamo per certo che furono i primi anche a macinare i chicchi per creare delle farine, per poi arrivare ad ottenere delle “polente rudimentali”, ma anche una sorta di “tortilles”, e di curiose bevande calde. Colombo lo importò in Europa, e da subito si capii lo straordinario valore nutrizionale di questa pianta, e i suoi chicchi dorati furono da subito richiestissimi. Il “grano turco”, così viene anche chiamato, divenne il nuovo “oro” commestibile, e già dal 1525 veniva consumato regolarmente in tutto il Portogallo e tutta la Spagna. Successivamente i coltivatori Veneti e gli agricoltori della Regione Emilia Romagna compresero l’importanza del mais ed iniziarono a dirigere le loro attenzioni su questo frumento. Il mais divenne in poco tempo, una delle più importanti risorse alimentari per uomini e soprattutto per animali.

 

  • Cacao
    Si pensa che i primi a carpire le proprietà di questa pianta ed a intraprenderne la coltivazione furono i Maya, verso il 1000 a. Fu Linneo, nel XVIII° secolo, a classificare questa pianta con il nome di “Theobroma cacao“, ossia “cibo degli dei”. Perché lo stesso Linneo aveva capito quali fossero le innumerevoli proprietà benefiche del cacao, che erano già state ampiamente comprese dai popoli dell’America centrale. Il cacao è stato la prima “moneta”.
    Molti autori sono concordi nell’attribuire a Cortés il merito di tale scoperta, ma mancano le prove per confermare questo primato. Il commercio transoceanico del cacao iniziò solo nel 1585, anno in cui il primo carico di chicchi raggiunse Siviglia.

 

  • Fagiolo

Noi Europei facemmo la loro conoscenza dopo che Cristoforo Colombo li scoprì nel suo secondo       viaggio a Cuba. Furono quindi gli Spagnoli ed i Portoghesi che li introdussero in Europa nel XVI           secolo. Il fagiolo è dunque l’ennesima importantissima scoperta del “nuovo mondo” che ha in               qualche modo rivoluzionato la nostra cultura.

 

  • Peperone
    Il peperone fu ufficialmente importato in Europa nella seconda metà del ‘500. Venne battezzato “pepe d’India” e in Italia assunse il nome di “peperone”, a causa del suo sapore molto affine a quello del pepe. Non ebbe una rapida diffusione nella cucina italiana, anche se venne usato nelle ricette napoletane per la pasta, prima di essere totalmente sostituito dal pomodoro.

 

  • Zucca
    Quando parliamo di “Zucca” americana, parliamo di una nuova tipologia di zucca, che venne importata in Europa nel XVI sec. Altri tipi di zucca erano già note in Europa, forse arrivata in tempi lontani dall’India, ma questa nuova tipologia era del tutto sconosciuta fino al 1500.

 

  • Peperoncino
    Fu un alimento di straordinaria importanza in tutte le principali civiltà precolombiane Olmeca, Tolteca, Azteca, Inca e Maya. In Europa il peperoncino è arrivato sulle famigerate Caravelle di Cristoforo Colombo.
    Colombo ed i reali di Spagna pensarono di aver scoperto una ricchezza che volevano sfruttare a scopo lucrativo, cercando di custodirla e di non farla espandere, facendo ricadere la domanda di mercato solo su determinate poche persone, ma ciò non funzionò in quanto la facilità di coltivazione ne favorirono una diffusione incontenibile che sfavorirono questo progetto di business.

 

  • Ananas
    Forse quello che meno ha condizionato la nostra cultura, ma che comunque ha portato qualche piccolo cambiamento. Cristoforo Colombo l’ha scoperta durante il suo viaggio in Guadalupe nel 1493 e l’ha introdotto in Europa, dove venne chiamato “pigna reale”, non solo per il suo gusto, ma anche per il suo eccessivo costo, sopportato solo appunto, dalle famiglie nobiliari. Dall’Europa continentale venne poi introdotto in Gran Bretagna.

 

  • Tacchino
    Il tacchino, “Meleagris gallopavo“, è un gallinaceo originario proprio dell’America Latina. Vi è un mistero sulla importazione di questo animale. Alcuni storici ritengono che fu proprio il nostro Cristoforo Colombo a venire a conoscenza di questo animale circa nel 1511, e fu importato per la prima volta in Spagna in quegli anni, da lì poi si diffuse poi in tutta Europa. Da documentazione certa sappiamo che nel periodo di tempo tra il XVI e il XVIII secolo, il tacchino venne considerato in Europa un “cibo da reali”.
    Oggi questo animale è diffuso e allevato in tutto il mondo.

 

Dalle Americhe arrivarono al “vecchio continente” anche l’avocado,  la vaniglia, le arachidi, il mango e la papaya, le zucchine, la senape, la cannella, i chiodi di garofano, il curry, il coriandolo e la paprika e poi il pesce gatto, la trota iridea e il persico trota. Ma anche il tabacco, uno dei prodotti più diffusi del Pianeta.

Tutti sapori e profumi che molti dei nostri antenati, compresi Giulio Cesare e Dante Alighieri, non hanno mai conosciuto.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *