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Il peso del gas nella crisi in Ucraina

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Il governo russo sa bene che la possibilità dell’Europa di imporre sanzioni efficaci in caso di un’eventuale invasione dell’Ucraina è limitata proprio dalla sua sudditanza energetica. Gli Stati Uniti si sono attivati per garantire scorte sufficienti di gas all’Europa in caso di ritorsioni sulle forniture da parte della Russia. Washington ha garantito di aver trattato con i principali fornitori globali di gas, in modo da privare il Presidente russo Vladimir Putin di una delle principali leve diplomatiche a sua disposizione per trattare con l’Europa. “Per garantire che l’Europa sia in grado di superare l’inverno e la primavera, prevediamo di essere pronti a garantire forniture alternative che coprano una maggioranza significativa del potenziale deficit”, ha assicurato l’amministrazione statunitense.

Il ruolo geopolitico del gas

L’aumento del prezzo di vendita del gas naturale dei mesi scorsi, spesso diretta conseguenza delle dichiarazioni di Mosca, sono una prova del peso che la questione energetica ha per gran parte dei governi europei. Ancora ieri il governo tedesco del cancelliere Olaf Scholz si è mostrato molto cauto nel parlare di sanzioni se l’esercito russo dovesse davvero passare all’offensiva. Per questo la garanzia sulle forniture energetiche da parte degli Stati Uniti potrebbe sbloccare la situazione, rendendo troppo pesante il conto che la Russia dovrebbe pagare in caso di attacco all’Ucraina. Al momento si mantiene lo stallo tra Nato e Russia, che ha annunciato l’inizio di esercitazioni militari con 6mila soldati coinvolti in Crimea, penisola ufficialmente parte dell’Ucraina annessa da Mosca nel 2014.

Fonte: The Vision, Te Guardian

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