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“Ero straniero e mi avete accolto”: il punto sull’accoglienza in Italia

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La notizia è, è sempre stata, che non c’è alcuna invasione, come invece la propaganda della destra ha sempre spacciato per vera, alimentando e fomentando paure ed odio diffusi, su migrazione e accoglienza.

E’ Openpolis che ha pubblicato da qualche giorno i numeri, difficili da reperire persino da Ministeri e Prefetture, sullo stato dell’arte in Italia. E i numeri parlano da soli, sono oggettivi e scevri da pregiudizi e propaganda. A partire dal 2017, l’evoluzione degli arrivi in Italia per semestri (fonte Unhcr) è la seguente:

  • 2017 I, 83.752;
  • 2017 II, 35.617;
  • 2018 I, 16.577;
  • 2018 II, 6.793;
  • 2019 I, 2.779.

Per quanto riguarda le presenze dei richiedenti asilo e dei rifugiati, nei centri di accoglienza straordinari (Cas e altri centri governativi) e in Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), poi trasformati in Siproimi (sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati), a partire dal 2017 e a tutto settembre 2020, sono state le seguenti (fonte, Ministero Interno):

  • 2017: Cas, 158.940; Sprar/Siproimi, 24.741;
  • 2018: Cas, 106.755; Sprar/Siproimi, 20.975;
  • 2019: Cas, 67.036; Sprar/Siproimi, 24.388;
  • 2020*: Cas, 57.713; Sprar/Siproimi, 24.359.

Il risvolto negativo della medaglia, però e conseguente alle riforme attuate oltre che ai cosiddetti “decreti sicurezza”, è un aumento degli irregolari, che passano dai 533mila del 2017 a una stima proiettata per il 2020 di 683mila. Si legge nel rapporto:

La strutturazione di un sistema ordinario di accoglienza non era tra gli obiettivi del decreto sicurezza, che infatti è andato nella direzione opposta. L’eliminazione della protezione umanitaria ha fatto sì che i richiedenti asilo, che con la normativa precedente avrebbero avuto accesso a una forma di protezione (e quindi a un permesso di soggiorno, condizione imprescindibile di qualsivoglia percorso di integrazione), siano andati ad ampliare il bacino di persone in condizione di soggiorno irregolare.

Nelle stime per il calcolo degli stranieri irregolari, si legge ancora nel rapporto:

Sono ipotizzati costanti il numero di sbarchi, dei rimpatri e le percentuali dei dinieghi (stimati 77mila dinieghi su 96mila domande esaminate – comprese le pendenti – nel 2019 e 56mila su 70mila nel 2020). Infine si considera che i 40mila permessi umanitari concessi tra 2017 e 2018 vadano progressivamente in scadenza e si suppone che i dinieghi diventino definitivi trasformandosi in situazioni di irregolarità.

Così stanno le cose, dunque. E c’è poco da fare propaganda, sulla pelle di persone disgraziate (nel vero senso della parola): è lo Stato che deve programmare un sistema che preveda integrazione ed accoglienza. Come si vede invece, la realtà è quella di un cane che si morde la coda. Si spacciano “invasioni” inesistenti, quando aumentano le irregolarità, ma solo come conseguenze di pessime riforme e mancata gestione del fenomeno migratorio. D’altra parte l’Italia è quasi sempre stata assente da tutti i tavoli europei, salvo lamentarsi di essere lasciati soli a gestire il fenomeno. E di questo bisogna ringraziare soprattutto l’ex ministro dell’Interno, che poi sventolava invece vangeli e rosari, da buon eretico.

Lo Stato, invece, la Repubblica, sono laici e devono governare le situazioni. Se poi, invece, proprio si vuol parlare di una nazione cattolica, beh, allora bisogna ricordare piuttosto (e ricordarlo soprattutto a chi sventola rosari) che nei Vangeli (Matteo, in particolare, che contrappasso!) si riportano le parole di Cristo, non fraintendibili né opinabili: “ero straniero e mi avete accolto”.

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