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Emergenza Sanita’: i poveri senza cura

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L’emergenza sanità e il declino del SSN

Il Servizio Sanitario Nazionale è stato a lungo considerato un orgoglio italiano. I principi fondamentali su cui si basa il SSN dalla sua istituzione, avvenuta con la legge n.833 del 1978, sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equità. Tuttavia, a partire dal 2010, l’attenzione e gli investimenti nei confronti della sanità pubblica sono diminuiti drasticamente, mettendo a rischio il fondamento stesso del SSN. Negli ultimi anni, l’Italia ha visto una diminuzione significativa della spesa sanitaria pubblica, con un impatto devastante sulla salute e sul benessere delle persone.

La salute è diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione italiana

Il Servizio sanitario nazionale (SSN) è un sistema di strutture e servizi che hanno lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione, che recita:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Il declino del SSN

La spesa sanitaria pubblica pro-capite in Italia nel 2022 è risultata essere inferiore alla media europea, con un gap che ha superato i 300 miliardi di euro rispetto al 2010.

Secondo le stime preliminari, nel 2023, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle
famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022). Invariata anche l’intensità della povertà assoluta a
livello nazionale (18,2%).

Nonostante l’accesso universale del nostro Servizio sanitario nazionale, il 42,2% della spesa farmaceutica è a carico delle famiglie, che nel 2020 hanno speso 8,7 miliardi di euro su un totale di 20,5.

Sono quasi 600mila le persone povere che nel 2021 non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno.

Nel 2021, almeno 597.560 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno. Si tratta di 163.387 persone in più rispetto alle 434.173 del 2020. 

Si è registrato, quindi, un incremento del 37,63% di persone in povertà sanitaria. Questo drammatico aumento deriva dalla pandemia da Covid-19 che ha arrecato gravi danni non solo alla salute ma anche al reddito di centinaia di migliaia persone. 

Questo declino ha portato a gravi conseguenze, come lunghe liste di attesa, mancate cure per i pazienti cronici e un aumento della spesa privata. Le famiglie meno abbienti, in particolare nel Mezzogiorno, sono state le più colpite, con un aumento dell’impoverimento e dell’indebitamento a causa delle cure mediche.

Dal 2020 al 2022 negli ospedali italiani sono stati tagliati 32.500 posti letto e fra il 2019 e 2022 oltre 11.000 medici hanno lasciato le strutture pubbliche. Diminuiscono anche i nosocomi: in 10 anni ne sono stati chiusi 95 (9%).

I dati sono presentati dalle 75 Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari (FoSSC), che chiedono al governo una “grande riforma strutturale e misure urgenti per salvare il Ssn. A rischio le cure per tutti”.

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Soluzioni necessarie

È urgente trovare soluzioni concrete per affrontare l’emergenza sanitaria in Italia. La politica deve riflettere su quale tipo di SSN si desidera lasciare alle future generazioni, senza farsi influenzare da interessi di parte. È necessario pianificare un progressivo aumento del finanziamento pubblico e attuare riforme coraggiose per garantire un SSN efficiente e accessibile a tutti. Se invece si opta per un ruolo maggiore del settore privato nella sanità, è fondamentale mantenere una forte presenza della governance pubblica per evitare ulteriori disuguaglianze sociali.

Un appello urgente

La Fondazione Gimbe nel 2013 lanciò l’allarme con il programma #SalviamoSSN, prevedendo che il declino del SSN sarebbe stato graduale ma costante nel tempo. Ora è giunto il momento di agire, di garantire che la nostra salute non venga sacrificata per interessi economici. È tempo che la politica torni a essere all’altezza della sfida e metta al centro dell’agenda il ripristino e il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale. Il nostro benessere dipende da scelte coraggiose e responsabili.