Un atto di civiltà

E quindi Bellocchio, presentando qui un prolungamento di Buongiorno notte, crea un ideale romanzo in più parti sul grande trauma nazionale, di cui il regista, in linea con la lettura psicoanalitica, sembra come voler scuotere il rimosso. Il rimosso collettivo che ovviamente è anche intimo.

Tuttavia, come in Buongiorno notte, c’è anche, e anzi qui più ancora, la rappresentazione di un Moro liberato, di cosa sarebbe accaduto se lo avessero fatto, e forse più estesamente di come saremmo tutti noi più liberi, poiché questa tragedia è un fardello che ancora pesa sull’evoluzione, o involuzione, che ha avuto la politica nazionale, come pure sulla coscienza di tutti noi e che non va rimosso. La non rimozione, ma piuttosto la sua analisi, il sapere affrontare il dolore come una purificazione verso una forma di pace, quasi un atto di civiltà.