Cambiamento climatico, Indice CCPI: l'Italia scende al 30° posto

CCPI 2022
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L'Italia scende di tre posizioni, al 30° posto nel CCPI (Climate change performance index, indice di prestazione sul cambiamento climatico) di quest'anno, ricevendo continuamente valutazioni medie in tutte le categorie.

In particolare, l'indicatore di politica climatica nazionale per l'Italia mostra solo una performance bassa. 

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Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza del paese (PNRR), presentato nel 2021, prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni a livello economico del 51% entro il 2030. Le ONG ambientaliste criticano questo obiettivo in due modi. Da un lato, è troppo basso in considerazione dell'obiettivo dell'UE del 55%, obbligatorio per l'Italia. 

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Dall'altro, è troppo basso in vista dell'obiettivo di 1,5°C dell'accordo di Parigi. Ecco perché le ONG ambientaliste chiedono un percorso di riduzione più ripido. Nonostante quanto sopra, un aspetto positivo si vede dal fatto che nel PNRR sono inclusi oltre 70 miliardi di euro per la transizione verde.

Le critiche all'Italia dalla CCPI

Nel campo delle energie rinnovabili, gli esperti della CCPI criticano i lunghi processi autorizzativi per gli impianti rinnovabili, che bloccano una più rapida espansione. Criticano anche la condizionalità dell'eliminazione graduale del carbone nel 2025 sullo sviluppo di nuovi impianti di gas e relative infrastrutture. Gli esperti indicano la possibilità di saltare l'energia elettrica a gas e di raggiungere comunque l'eliminazione graduale del carbone nel 2025 se le energie rinnovabili verranno ampliate più rapidamente. Nel febbraio 2021 il governo ha adottato il 'superbonus' per le ristrutturazioni edilizie. Si tratta di una riduzione fiscale pari al 110% degli investimenti per rendere più efficienti gli edifici. Gli esperti criticano l'assenza di rigorosi criteri di efficienza per ricevere questi incentivi. Sono quindi richiesti requisiti di efficienza più ambiziosi e severi.

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Come l'anno precedente, gli esperti chiedono l'eliminazione graduale della vendita di auto nuove con motori a combustione interna entro il 2030.

Nella politica climatica internazionale, gli esperti non vedono alcun ruolo proattivo del governo italiano nei forum internazionali. 

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Al contrario, sta semplicemente seguendo la politica dell'UE. Per quanto riguarda la presidenza italiana del G20, si è osservata solo una lieve influenza sul dibattito sul clima, che ha portato alla valutazione complessiva media nell'indicatore della politica climatica internazionale.

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Hanno accettato di essere citati come contributori per il CCPI di quest'anno: Mauro Albrizio (Legambiente), Gianni Silvestrini (Kyoto Club).

Per maggiori approfondimenti, qui i diversi indici nazionali.

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Fonte: ccpi.org

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