I bot AI invadono Facebook e Instagram
Meta aggiunge milioni di "utenti" generati dall'intelligenza artificiale a IG e Facebook
Secondo il Financial Times, il colosso della tecnologia sta pianificando di lanciare milioni di personaggi AI generativi che appariranno come utenti su Facebook e Instagram.
I bot AI invadono Facebook e Instagram? Il futuro dei social media sembra sempre più distante da quella realtà che ci ha accompagnati per anni. Meta, colosso tecnologico di Facebook e Instagram, non si accontenta di essere un protagonista della scena digitale: vuole cambiare le regole del gioco. Ed ecco che arrivano i bot generati dall'intelligenza artificiale, figure che promettono di diventare non semplici "strumenti", ma veri e propri attori di questo teatro virtuale.
Quando apriremo Facebook o Instagram, potremmo trovarci di fronte a profili particolari, con biografie accattivanti e contenuti creativi. Tuttavia, a differenza dei tradizionali creatori, questi utenti non saranno persone reali, ma intelligenze artificiali progettate per coinvolgerci. Meta li descrive come un "formato di intrattenimento creativo", una definizione che è allo stesso tempo affascinante e inquietante.
Ma possiamo davvero definire "creativo" qualcosa che non ha emozioni, esperienze vissute o un contesto personale? Connor Hayes, vicepresidente di Meta per l'IA generativa, sembra pensarla così. Questi bot non devono essere umani per intrattenerci; devono solo essere abbastanza abili da catturare la nostra attenzione, anche solo per qualche minuto in più.
Dietro questa iniziativa non c'è solo l'idea di innovare. Con oltre tre miliardi di utenti, Meta deve costantemente trovare modi per mantenere alta la nostra attenzione. I bot potrebbero rappresentare una risposta a questa esigenza: figure progettate per interagire con noi, stimolare conversazioni, farci tornare ancora e ancora.
Gli strumenti già disponibili
Meta non si è limitata a immaginare il futuro. Su Instagram e Facebook sono già attivi strumenti che utilizzano l'IA per creare adesivi personalizzati. Sono piccoli assaggi di una rivoluzione più ampia, una trasformazione che punta a rendere ogni interazione più coinvolgente, più unica.
La competizione nel settore
Ma Meta non è sola in questa corsa. Snapchat e TikTok hanno già introdotto funzionalità basate sull'intelligenza artificiale per attirare nuovi utenti. E poi c'è SocialAI, un'app anti-convenzionale che ci trasporta in un universo dove siamo l'unico essere umano, circondati da bot progettati per interagire con noi in un ambiente che ricorda Twitter.
Le implicazioni etiche e la trasparenza
Più la tecnologia avanza, più le domande etiche diventano pressanti. Meta, da parte sua, assicura che tutti i contenuti generati dall'IA saranno chiaramente etichettati. Ma è sufficiente una semplice etichetta per dissipare le preoccupazioni? Quando interagiamo con un bot, sappiamo davvero con chi o con cosa stiamo comunicando?
Inoltre, c'è il problema della sicurezza. Meta promette misure rigorose per evitare abusi e proteggere i dati degli utenti, ma la fiducia è un capitale fragile. Ogni incidente, ogni violazione potrebbe minare anni di lavoro.
Questa nuova strategia promette di ridefinire il nostro rapporto con i social media. Immaginate un feed su misura, dove ogni interazione è pensata per rispecchiare i vostri gusti, i vostri interessi. Questo livello di personalizzazione è affascinante, ma pone una domanda fondamentale: a che prezzo?
L'ambizione di Meta non si ferma ai bot. L'azienda sta lavorando a un motore di ricerca basato sull'IA, un progetto che potrebbe ridurre la dipendenza da Google e Bing. Questa iniziativa non è solo una questione di indipendenza tecnologica, ma anche un'opportunità per raccogliere dati e migliorare ulteriormente i propri modelli di intelligenza artificiale.
Questo annuncio ha scatenato un acceso dibattito: alcuni criticano Meta per aver utilizzato questi bot per nascondere la sua base di utenti in calo, altri sostengono che questi bot comprometteranno le interazioni reali e autentiche degli utenti e molti temono che i bot possano influenzare le metriche di coinvolgimento degli inserzionisti.
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