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🧠 Telegram integra Grok: tra fact checking e privacy

📌 Un’intesa da 300 milioni: Durov e Musk cambiano Telegram

La notizia arriva direttamente dal canale di Pavel Durov: Telegram ha siglato un accordo annuale con Elon Musk per l’integrazione di Grok, l’IA sviluppata da xAI, all’interno della piattaforma. L’intelligenza artificiale non sarà un semplice chatbot: sarà incorporata nelle miniapp di Telegram, permettendo di generare immagini, creare bot, fare domande e (aspetto cruciale) verificare contenuti.

La collaborazione prevede che Durov riceva il 50% dei ricavi generati dalle nuove iscrizioni a xAI via Telegram, oltre a un investimento diretto di 300 milioni di dollari da parte dell’azienda di Musk.

🔓 Privacy sotto attacco? Cosa comporta l’integrazione di Grok

Il problema principale non riguarda le funzioni in sé, ma dove finiscono i dati.

Grok sarà integrato nella barra di ricerca di Telegram. Ogni volta che si userà l’opzione “ask Grok”, i dati verranno profilati e inviati ai server di xAI. In pratica, ogni azione compiuta con Grok—che sia un riassunto, una moderazione di chat o una semplice query—potenzialmente verrà registrata e analizzata.

Questo solleva gravi interrogativi sulla sicurezza:

  • Cosa accade ai messaggi privati usati tramite Grok?
  • Quali metadati vengono raccolti?
  • Chi ha accesso a queste informazioni e con quali scopi?

🧠 L’IA come arbitro della verità? Il debutto del fact checking automatizzato

A minare ancora di più la neutralità della piattaforma è la funzione di fact checking automatizzato, presentata nel video ufficiale al minuto 00:37. Non è più solo una voce: Grok sarà utilizzata per verificare i contenuti diffusi nei canali pubblici.

La logica del sistema è semplice e inquietante: l’IA valuta quanto una notizia si allinei al “mainstream” per attribuirle un indice di attendibilità.

Uno scenario che potrebbe trasformarsi in un meccanismo di delegittimazione sistematica della controinformazione, con canali etichettati o penalizzati per non essere in linea con le narrazioni dominanti.

🔄 Il precedente: dai badge ai bot censori?

Telegram non è nuova a pratiche di controllo implicito. Negli scorsi mesi, alcune versioni beta dell’app avevano già rivelato righe di codice relative al fact checking, segno che l’idea era in cantiere da tempo.

Con Grok, però, si passa dalla teoria alla pratica: l’IA non si limiterà a fornire risposte, ma avrà potere operativo sui contenuti. Si apre così il rischio di una moderazione automatica in stile X, dove i bot non solo segnalano, ma limitano visibilità e interazione.

🔐 Uscite di sicurezza: come evitarlo?

Ad oggi non esiste un’opzione per disattivare Grok direttamente dall’app ufficiale.

Chi vuole mantenere Telegram come spazio realmente privato e indipendente può solo:

  1. Spostarsi su client alternativi non ufficiali, che potrebbero bloccare o non includere l’integrazione di Grok.
  2. Monitorare lo store F-Droid (https://f-droid.org/), che raccoglie solo app open source e gratuite. Se sviluppati, i client alternativi saranno pubblicati lì.
  3. Installare manualmente gli APK dopo aver abilitato l’installazione da fonti sconosciute. Un processo non banale, ma alla portata di chi vuole difendere la propria privacy.

🧠 Telegram resta Telegram?

La grande promessa di Telegram è sempre stata l’indipendenza dalle grandi piattaforme, la centralità della privacy, l’assenza di pubblicità e la libertà nei contenuti. Con l’ingresso di Grok, molte di queste promesse rischiano di incrinarsi.

Non è solo un problema tecnico. È un cambio di paradigma.

Telegram smette di essere un canale neutro e diventa uno strumento ibrido, controllato da un’IA esterna, con accesso a ogni nostra interazione.

🔍 Cosa succede ora?

Le implicazioni sono profonde:

  • Chi controllerà l’informazione?
  • Quanto sarà affidabile un fact checking fatto da una IA addestrata su fonti selezionate?
  • Possiamo fidarci di un motore di ricerca interno che invia i dati a un’entità privata?

Domande che toccano la base stessa della libertà digitale.

🧭 Un bivio per Telegram

Il matrimonio tra Telegram e Grok cambia le regole del gioco. Se da un lato apre le porte a nuove funzionalità smart, dall’altro introduce un rischio concreto per la privacy e la libertà di espressione.

Chi usa Telegram per lavoro, per fare informazione o per comunicazioni sensibili, dovrebbe interrogarsi ora: restare o migrare?

👉 Hai già visto Grok all’opera su Telegram? Hai notato cambiamenti nell’app? Raccontacelo nei commenti o sul nostro canale Telegram “OSINT & AI per tutti”.