Smartphone in Classe: Ostacolo o Opportunità per l’Apprendimento?

Smartphone in Classe

Ritorno al passato: rinunciare allo smartphone in classe per i ragazzi delle scuole superiori ha un impatto significativo sul loro benessere?

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Il Ministro Valditara sarà certamente ricordato per la sua battaglia contro il cellulare in classe. È stato comunque il Ministro Fioroni, nel lontano 15 marzo 2007 a vietare l’uso dei cellulari, i vecchi telefonini. Dieci anni dopo però, la Ministra Giannini, esattamente il 27 ottobre 2015, presentava il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) che comprendeva l’azione “#6 – Linee guida per politiche attive di byod”. Il PNSD ha aperto, dunque, la strada all’uso didattico degli strumenti personali. La Ministra Fedeli fece infatti elaborare, subito dopo, da una commissione di esperti un decalogo guida sul digitale in classe e sull’utilizzo dei dispositivi mobili.

Due circolari sul tema

L’attuale Ministro ha già emanato due circolari sul tema degli Smartphone. La prima è del 19 dicembre 2022: ribadisce il divieto di usare il cellulare in classe, escludendo però il suo utilizzo didattico sotto il controllo e la supervisione del docente. Nella seconda nota, che è di questi giorni, si vieta l’utilizzo del cellulare anche per fini didattici in tutta la scuola del primo ciclo, con la sola eccezione per i PEI e per i PDP per studenti con DSA o con disabilità certificate. Nella stessa circolare si raccomanda di favorire l’annotazione dei compiti sul diario da parte degli studenti e delle studentesse ai fini di una maggiore autonomia organizzativa, non in alternativa ma in accompagnamento al registro elettronico, che costituisce uno strumento destinato prioritariamente ai genitori.

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Nel contesto educativo moderno, la presenza degli smartphone in classe è diventata un tema caldo di discussione tra insegnanti, genitori e studenti. Da un lato, c’è chi sostiene che questi dispositivi distraggano gli studenti e compromettano il processo di apprendimento. Dall'altro, c’è chi vede negli smartphone un'opportunità unica per arricchire l’esperienza didattica e rendere l’istruzione più interattiva e accessibile.

La Diffusione degli Smartphone tra i Giovani

Secondo recenti studi, oltre il 90% degli adolescenti possiede uno smartphone, e molti di essi lo portano regolarmente a scuola. Questo dato ha aperto un dibattito sulla necessità di regolamentare l’uso di questi dispositivi in classe. Se da un lato gli smartphone possono essere fonte di distrazione, dall’altro presentano anche potenzialità didattiche notevoli. Ad esempio, possono essere utilizzati per accedere a risorse educative online, partecipare a quiz interattivi e collaborare in tempo reale con compagni e insegnanti. Le app educative disponibili sono numerose e consentono di personalizzare l'apprendimento, adattandolo alle esigenze di ogni studente.

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Una delle principali critiche all’uso degli smartphone in classe è legata al loro potenziale distrattivo. Gli studenti, infatti, possono essere tentati di utilizzare i dispositivi per attività non correlate all'apprendimento, come social media, giochi o messaggistica. Questo può compromettere la loro concentrazione e, di conseguenza, il loro rendimento scolastico. Studi recenti hanno evidenziato che l’uso improprio degli smartphone può portare a una riduzione significativa del tempo dedicato allo studio e a un calo delle performance accademiche.

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Nonostante i rischi legati alla distrazione, è innegabile che gli smartphone possano anche favorire un apprendimento più interattivo e coinvolgente. L’accesso immediato a una vasta gamma di risorse digitali consente agli studenti di approfondire argomenti di interesse e di sviluppare competenze digitali essenziali per il loro futuro. Inoltre, l’utilizzo di applicazioni specifiche per la didattica può rendere le lezioni più dinamiche e partecipative, stimolando la curiosità e la motivazione degli studenti.

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Regolamentare l'Uso degli Smartphone a scuola: Le Politiche Educative

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Molte scuole, consapevoli dei rischi legati all’uso degli smartphone, hanno optato per politiche di divieto o limitazione del loro utilizzo durante le lezioni. Queste misure sono spesso motivate dal desiderio di mantenere un ambiente di apprendimento concentrato e privo di distrazioni. Tuttavia, la rigida applicazione di tali politiche può generare tensioni tra studenti e insegnanti e limitare le opportunità didattiche offerte dalla tecnologia.

In alternativa al divieto, alcune scuole hanno scelto di promuovere un uso consapevole degli smartphone attraverso programmi di educazione digitale. Questi programmi mirano a insegnare agli studenti come utilizzare i dispositivi in modo responsabile e produttivo, integrando le nuove tecnologie nel processo di apprendimento. L'educazione digitale si concentra sull’importanza della netiquette, sulla gestione del tempo online e sulla capacità di distinguere tra fonti di informazione affidabili e non affidabili.

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Esistono numerosi strumenti tecnologici che possono supportare un utilizzo controllato degli smartphone in classe. Ad esempio, applicazioni che limitano l'accesso a determinate funzioni del dispositivo durante le ore di lezione o piattaforme che permettono di monitorare l’uso dei dispositivi in tempo reale. Questi strumenti possono aiutare gli insegnanti a mantenere un equilibrio tra l’uso educativo degli smartphone e la prevenzione delle distrazioni.

In breve:

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-come stabilito da una circolare del Ministero dell’Istruzione, a partire dal prossimo anno scolastico sarà vietato l’uso dello smartphone in tutte le classi, fino alla terza media;

-il divieto riguarda l'uso del cellulare per scopi didattici – e solo quello, visto che comunque gli smartphone non possono essere usati in classe per altre ragioni;

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-la decisione, ha spiegato il ministro Valditara, è stata motivata dalle “ conclusioni a cui sono arrivati l’UNESCO e l’OCSE”, che sottolineano i danni che i telefoni apporterebbero alle “capacità di memorizzazione, concentrazione e di sviluppare la fantasia” dei più giovani;

-tablet e computer continueranno a essere consentiti, ma solamente laddove consentito dai genitori.

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