Torna nelle sale “Quarto Potere”, il capolavoro di Orson Welles

Quarto Potere

A 83 anni dalla sua uscita, il film di Orson Welles torna nei cinema in versione restaurata grazie a I Wonder Pictures.

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Considerato praticamente all’unanimità uno dei film più belli e significativi della storia del cinema - basti pensare alle liste stilate nel corso degli anni dall’AFI e da Sight and Sound, Quarto potere è un monumento la cui eco è indissolubilmente legata a quella del suo regista e interprete, un venticinquenne Orson Welles reduce dalla radio e dal teatro alla sua prima esperienza dietro alla macchina da presa.

La genesi di un capolavoro

Risulta, ancora oggi, di un’attualità stupefacente. Ispirato alla figura dell’imprenditore William Randolph Hearst, noto per aver costruito un imponente impero editoriale, il film racconta la vicenda del magnate dell’editoria Charles Foster Kane (Citizen Kane è il titolo originale di Quarto Potere) che muore abbandonato da tutti in una residenza vuota dall’esotico nome di Xanadu, pronunciando un’enigmatica parola: "Rosebud". Mentre un gruppo di reporter indaga su cosa o chi possa essere Rosebud, il film si sviluppa in lungo flashback che ripercorre la vita di Kane: dalle umili origini all’improvvisa ricchezza dopo che la sua famiglia eredita una miniera d’oro, fino alla creazione di un impero dell’informazione che lo renderà sempre più solo e assetato di potere.

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L’ambiguità del sogno americano

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Criticando e allo stesso tempo allineandosi a quel possibilismo rooseveltiano, con il suo New Deal carico di speranze e illusioni, Welles costruisce la parabola di un uomo che rappresenta tutte le ambiguità del sogno americano: un ideale impossibile che cerca di risanare il sistema senza in realtà trasformarlo davvero. Ecco quindi che lo stesso impero costruito da Kane nasce viziato, scricchiola già prima di toccare il suo apice poiché inquinato da quell’egoistica ricerca di potere che mina la società stessa.

Quando viene chiamato a Hollywood, Welles è deciso a creare qualcosa di completamente nuovo rompendo con tutto ciò che era stato fatto fino ad allora. Il film segna, infatti, l’inizio del cinema moderno. Scena dopo scena si susseguono continue innovazioni estetiche e tecniche che si rinforzano vicendevolmente per espandere le potenzialità espressive del mezzo filmico oltre i limiti fino ad allora conosciuti.

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Innovazioni narrative e tecniche

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Quarto potere frammenta la struttura narrativa della trama tramite flashback che non ricostruiscono però un ritratto coerente del protagonista. La sua vita ci è offerta solo per frammenti: Welles spezza la linearità temporale del cinema classico (tradizionalmente suddiviso in tre atti) per creare un mosaico incompleto di flashback.

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Il lungometraggio esce nel 1941 ed è un insuccesso. A pesare sono stati soprattutto i violenti attacchi sferrati da William Randolph Hearst, magnate della stampa americana, a cui il protagonista di Quarto potere, interpretato dallo stesso Welles, chiaramente si ispira nonostante le smentite dei produttori.

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Per il resto della sua carriera l’autore sarà costretto ad autofinanziare le sue successive pellicole o a tenerle nel cassetto. Nessun altro regista subirà la macelleria dei “tagli” da parte della produzione quanto lui.

Quarto potere: Manipolazione e media

In realtà, la scomodità di Quarto potere risiede nel fatto che, con disincantata lucidità, mette in rilievo la manipolazione dell’opinione pubblica operata dai mass media e dai suoi intrinseci rapporti con la politica. Infatti, il protagonista del film trascende ogni riferimento particolare divenendo il ritratto universale di ascesa e caduta di un uomo che, affamato di riscatto dalle sue umili origini, si fa sempre più divorare dall’avidità di potere. La figura di Kane resta ambigua, sempre sospesa fra luci e ombre, e anche questa è un’innovazione rispetto al cinema precedente che divideva i personaggi in buoni e cattivi.

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Un personaggio complesso

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Comunista e nazista, paladino dei poveri e miliardario dedito a una vita di eccessi, propugnatore della libertà e subdolo manipolatore, rivoluzionario e reazionario, vittima e carnefice: nessuno riesce a farsi un’idea di Charles Foster Kane. Welles costruisce un personaggio immenso, profondo, universale, spietato e fragile al contempo, ricco di contraddizioni e di sfaccettature che interpreta in modo sublime con quel suo viso potente e carismatico su cui scolpisce ogni espressione e sfumatura.

Nella figura di Kane, Borges legge la volontà di Welles di mettere in scacco la storia americana e l’ideologia del New Deal di cui il protagonista rappresenta il simulacro. La vita di Kane, così legata alla perdita dell’infanzia, diventa il simbolo della perdita dell’innocenza americana. Così come l’America ha sacrificato la sua purezza ai pionieri di Wall Street, la madre del protagonista affida il figlio al tutore-banchiere Thatcher. La ricerca spietata del potere da parte di Kane nasconde una fragilità intima e nascosta che deriva da quella ferita originaria.

Riflessione sui mezzi di comunicazione

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In controluce alla vicenda umana, Citizen Kane offre una riflessione sui mezzi di comunicazione davvero profetica per la sua capacità di lettura della società moderna, valida più che mai oggi che la realtà si è completamente smaterializzata passando tutta dalla parte dell’informazione, dell’informatica e del digitale.

Chi controlla i media controlla il mondo”, perché lo ricostruisce a propria immagine e somiglianza. Un evento assume statuto di verità solo se viene legittimato dai mass media: se non passa sulla stampa il fatto non esiste. Non a caso, fra le prime scene di Quarto potere compare subito il cinegiornale che annuncia la morte di Kane e ne ripercorre la vita. “La gente pensa quello che io le dirò di pensare”, afferma senza mezzi termini il magnate americano, cinicamente consapevole del potere dei media di influenzare l’opinione pubblica. “Se il titolo è grande la notizia diventa importante” dice Kane ai suoi giornalisti, ordinando, poi, in un’altra occasione, di pubblicare la notizia di una probabile guerra nonostante gli facciano notare che “non esistono le prove delle armate al largo, nessuno le ha viste!”.

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Le informazioni vengono date, censurate, distorte in base a interessi e fini prestabiliti come far scoppiare una guerra, far eleggere o non eleggere un politico o semplicemente aumentare la tiratura di un giornale (infatti, Kane è un innovatore della stampa sensazionalistica).

Il potere della propaganda

La volontà di manipolare l’opinione pubblica, attraverso una propaganda abilmente dissimulata dietro al velo dell’informazione seria e professionale, non è una tendenza recente ma è connaturata al sistema moderno di comunicazione di massa come mostra magistralmente Orson Welles in Quarto potere. Orson Welles è stato fra i primi ad intuire tutto ciò offrendone un’accurata descrizione nel suo primo film e pagandone personalmente le conseguenze. Nonostante il fallimento di pubblico, Citizen Kane verrà riscoperto dopo gli anni Cinquanta influenzando tutta la nuova generazione di cineasti, in particolare quelli della Nouvelle Vague, ma anche registi più maturi come Alfred Hitchcock. Ad oggi, il film è considerato una pietra miliare della storia del cinema.

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Orson Welles riceverà l’Oscar alla carriera nel 1971.

Un’eredità immortale

Quarto potere non è solo un film, ma una riflessione profonda e complessa sui mezzi di comunicazione e sul potere che essi detengono. L'attualità di questo capolavoro risiede nella sua capacità di anticipare le dinamiche moderne dell'informazione e della manipolazione mediatica, offrendo un ritratto spietato e realistico di un mondo in cui la verità è spesso una costruzione mediatica.

La figura di Charles Foster Kane, con la sua complessità e ambiguità, continua a risuonare nel pubblico moderno, offrendo spunti di riflessione su temi come il potere, l'ambizione e la fragilità umana. La sua storia, raccontata attraverso una struttura narrativa innovativa e un uso rivoluzionario delle tecniche cinematografiche, rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per registi e cineasti di tutto il mondo.

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