
La Regina degli Scacchi, la serie tv diventata ormai un cult

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Di recente abbiamo visto il debutto, sulla nota piattaforma Netflix, della miniserie La Regina degli scacchi. La serie è diventata subito un cult. Chiacchierata, osannata per lo stile, la storia, la scenografia e i costumi - impeccabili - che ci portano dritti negli anni Cinquanta e Sessanta, è la serie tv più vista in Italia al momento sulla piattaforma di streaming.
La serie (tratta da un romanzo di Walter Tevis) è accurata, elegante, banale. Il cuore del discorso? Il genio è crudele, esplode per uccidere. E il talento esiste per essere dissipato.
Trama
A 9 anni Beth Harmon è ragazzina dal destino segnato. Almeno all’apparenza. Sola, non troppo bella, né particolarmente loquace e, soprattutto, spaventata dal mondo che la circonda.
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Non lo comprende, come non comprende perché la madre abbia portato fuoristrada la macchina su cui viaggiava, chiedendole semplicemente di chiudere gli occhi. Ma gli scacchi sono un’altra storia.
Un microcosmo da dominare, guidare e plasmare: per Beth non ha segreti. Un ''incontro'' per caso con gli scacchi e sboccia la passione. Ma se da una parte Beth cavalca il successo di un grandioso talento, dall'altra deve fare i conti con una dipendenza che la trascina e la tormenta.
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La Regina degli Scacchi è una storia di formazione, crescita e trasformazione.
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Parla di come un gioco avvincente e di impegno, oltre che d'ingegno, come gli scacchi, possa essere la chiave per la speranza di emergere dall'alienzione e il riscatto di una donna, in un mondo di soli uomini.
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Curiosità
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La serie è basata sull'omonimo romanzo del 1983 di [Walter Tevis].
Il titolo originale della miniserie The Queen's Gambit,come quello del romanzo, si riferisce al gambetto di donna, un'apertura scacchistica.
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Evidente è il parallelismo che emerge tra la giovane Beth e Bobby Fischer, unico americano ad essersi affermato sui russi per il titolo mondiale
Hanno detto...
Purtroppo non sempre ci si concentra sulla bravura dei talenti, attori in questo caso, e si finisce sempre più spesso per esprimere la propria (anche in modo poco lusinghiero) sull'aspetto fisico degli artisti. E' stato detto di Anya Taylor-Joy che non sarebbe affatto bella, anzi che è proprio bruttina.
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La risposta dell'attrice? In un’intervista concessa al tabloid britannico ''The Sun'':
Non mi sono mai ritenuta e non credo che mi riterrò mai bella. Non credo di essere abbastanza bella per essere nei film [...] ma sono convinta di avere un aspetto strano. Non andrò al cinema a guardare il mio film, lo vedrò in anticipo. Il bello di essere nella propria pelle è che non c’è bisogno di guardare il proprio volto.
Con: Anya Taylor-Joy, Bill Camp, Marielle Heller
Creato da: Scott Frank, Allan Scott
Serie originale Netflix
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