Julian Assange può presentare un nuovo ricorso. Più tempo per difendersi
Julian Assange avrà la possibilità di un nuovo ricorso contro l'estradizione negli Stati Uniti: lo hanno stabilito ieri i giudici dell'Alta corte di Londra. I magistrati, hanno ritenuto fondate le argomentazioni della difesa del cofondatore di Wikileaks sul timore di un processo non equo oltre oceano. Negli Stati Uniti Assange sarebbe processato per spionaggio. L'appello verrà discusso nei tribunali britannici e nel frattempo il giornalista 52enne rimarrà nella prigione di Belmarsh.
Se processato per i 18 capi d'imputazione attribuitigli, il giornalista rischia una condanna fino a 175 anni di detenzione, secondo l'Espionage Act, in condizione come le attuali, che due relatori dell'Onu hanno definito "assimilabili alla tortura". Questa vecchia legge del 1917 è stata rispolverata in America anche nel caso della whistleblower Chelsea Manning.
Nel processo di primo grado la possibilità di presentare un ultimo appello non era stata concessa al giornalista australiano, per il quale ora l'Alta Corte britannica chiede che - nel caso di estradizione - possa usufruire delle garanzie di tutela offerte dal Primo Emendamento, come qualsiasi altro cittadino degli Stati Uniti, oltre a escludere l'eventualità che le accuse contro di lui siano in qualche modo suscettibili di arrivare alla pena di morte. Sono questi i due punti fondamentali, dei sei sollevati in precedenza dagli avvocati di Assange, i soli accettati dai giudici.
Le reazioni dello staff di Julian Assange
Edward Fitzgerald KC, rappresentante di Assange, ha criticato le assicurazioni fornite dall'amministrazione americana di Joe Biden in udienza. Ha affermato: "Sulla base del principio della separazione dei poteri, il tribunale statunitense può e applicherà la legge statunitense, indipendentemente dalle dichiarazioni o dalle azioni dell'esecutivo".
Tuttavia, James Lewis KC, rappresentante del governo degli Stati Uniti, ha affermato che "il potere giudiziario degli Stati Uniti prenderà debitamente in considerazione questa solenne assicurazione data dal suo governo nel contesto delle relazioni internazionali".
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