Quanti studenti prenderebbero la cittadinanza italiana con lo Ius scholae?

Ius scholae
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Il tema dell'Ius scholae è di grande attualità nel dibattito italiano. Esso riguarda l'acquisizione della cittadinanza da parte degli studenti non italiani al completamento di un ciclo di studi. Ma quanti di questi studenti potrebbero effettivamente diventare cittadini italiani con l’introduzione dello Ius scholae? L'analisi dei dati ministeriali e le stime circa il numero di potenziali beneficiari di questa norma offrono uno sguardo approfondito sulle implicazioni di un tale cambiamento legislativo.

Lo Stato attuale: Studenti senza cittadinanza italiana

Secondo l'ultimo report del ministero dell'Istruzione, sono 869.336 gli studenti con cittadinanza non italiana che hanno frequentato le scuole statali quest'anno. Questo dato, pubblicato in vista dell'anno scolastico 2023/24, mostra come la presenza di alunni stranieri sia distribuita nei diversi livelli di istruzione. La maggior parte di questi studenti frequenta la scuola primaria (oltre 331 mila), mentre nelle scuole secondarie di II grado il numero ammonta a 228.124. Gli alunni delle scuole medie (secondaria di I grado) sono più di 195 mila, e infine, nelle scuole dell'infanzia, ci sono poco più di 114 mila bambini.

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La Lombardia detiene il record della percentuale più alta di studenti non italiani, con 219.275 alunni non cittadini italiani, seguita da Emilia-Romagna (109.106) e Veneto (92.471). Incluse le regioni Valle d’Aosta (1.336) e Trentino-Alto Adige (19.893), la cifra totale raggiunge 890.565 studenti senza cittadinanza italiana.

L’impatto dello Ius scholae: Una stima di Tuttoscuola

L’elaborazione dei dati da parte di Tuttoscuola suggerisce che lo Ius scholae potrebbe cambiare significativamente il panorama della cittadinanza in Italia. Secondo queste stime, i potenziali beneficiari dello Ius scholae sarebbero circa 560 mila, di cui oltre 300 mila nel primo anno di applicazione della legge e i restanti nei successivi quattro anni.

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Nel primo anno di applicazione della legge, i beneficiari dello Ius scholae comprenderebbero gli studenti iscritti alla terza media delle scuole statali e paritarie, insieme a quelli delle scuole superiori che abbiano completato il primo ciclo di istruzione. Questo gruppo includerebbe anche i ragazzi iscritti ai percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) gestiti dalle Regioni. Tuttoscuola stima che, su circa 550 mila alunni iscritti all’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado, quasi 55 mila sono alunni stranieri che avrebbero i requisiti per beneficiare dello Ius scholae.

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Oltre agli studenti del primo anno, altri 217.614 studenti di istituti statali e 4.533 di istituti paritari della secondaria di II grado avrebbero i requisiti per la cittadinanza. A questi si aggiungono circa 35 mila giovani stranieri che frequentano i corsi IeFP. In totale, si parla di circa 310 mila studenti stranieri che beneficerebbero dello Ius scholae nel primo anno di applicazione.

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Per quanto riguarda gli anni successivi, si stima che dei 262 mila iscritti tra quarta primaria e seconda media, circa il 5% non raggiungerà la licenza di terza media. Ne risulta che 249 mila alunni potrebbero beneficiare dello Ius scholae negli anni a venire. In totale, nel quinquennio successivo all'entrata in vigore della legge, i “nuovi italiani” sarebbero circa 560 mila.

L'impatto regionale della nuova legge. Diversa distribuzione territoriale

L'effetto dello Ius scholae non sarà uniforme su tutto il territorio nazionale. La maggior parte dei beneficiari risiederà nel centro e nel nord Italia; infatti, 5 potenziali nuovi concittadini italiani su 6 vivono in queste aree, mentre meno del 15% risiede nel Meridione. Questo dato solleva questioni di equità territoriale e di distribuzione delle risorse educative e sociali.

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L’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di alunni stranieri avrà notevoli ripercussioni anche dal punto di vista politico e sociale. Secondo le stime, i nuovi cittadini rappresenterebbero circa il 7% della popolazione scolastica complessiva e l’1,2% degli aventi diritto al voto. Questo incremento potenziale potrebbe influenzare le dinamiche demografiche e politiche future del paese.

In conclusione, mentre il dibattito continua, è chiaro che la questione dello Ius scholae non riguarda solo l'acquisizione di un documento, ma rappresenta un passo fondamentale verso una società più inclusiva, equa e capace di integrare nuove generazioni di cittadini italiani.

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