Il costruttore: Lezioni senza tempo di Alcide De Gasperi per l’Italia di oggi
Sai, non capita spesso di imbattersi in un libro che non solo ti racconta la storia, ma ti fa riflettere sul presente in modo così potente. Quando ho preso in mano Il costruttore di Antonio Polito, ero incuriosita: cosa poteva insegnarci oggi un politico come Alcide De Gasperi, vissuto in un’epoca tanto diversa? Eppure, già dalle prime pagine, è chiaro che De Gasperi non è solo una figura del passato, ma un modello di leadership che sembra lontano anni luce dai personaggi di oggi. Polito ci guida in questo viaggio con un tono appassionato e colloquiale, quasi fosse un amico che ci racconta storie preziose davanti a un caffè, con il rispetto e la familiarità che si riservano alle persone importanti.
Il costruttore. Le 5 lezioni di De Gasperi ai politici di oggi:
Un uomo di ricostruzione in tempi di distruzione
Polito apre il libro con una riflessione sulla differenza tra i politici di oggi, inclini a “distruggere” e “rottamare,” e De Gasperi, che fu invece un “costruttore.” Dopo le macerie della Seconda guerra mondiale, De Gasperi seppe offrire all’Italia una visione di crescita e speranza. Mentre oggi si parla di demolire l’esistente, De Gasperi si concentrava sulla ricostruzione, non solo materiale ma anche morale e politica, lavorando per stabilizzare e democratizzare un paese fragile e diviso.
Democrazia come antidittatura
Uno degli insegnamenti principali di De Gasperi, che Polito approfondisce, è la concezione della democrazia come “antidittatura.” La democrazia, per De Gasperi, non è solo un sistema politico, ma una scelta morale che implica il rifiuto di estremismi e autoritarismi di qualsiasi colore. Il suo antifascismo e il suo anticomunismo non erano solo posizioni ideologiche, ma profonde convinzioni democratiche che lo portarono a difendere con fermezza la libertà e l’autonomia della politica italiana rispetto alle influenze esterne e interne.
L’importanza della politica estera
Polito descrive come De Gasperi considerasse la politica estera una priorità fondamentale, consapevole che un’Italia appena uscita dalla guerra non poteva permettersi l’isolamento. De Gasperi fu l'artefice dell’integrazione dell’Italia nel blocco occidentale e uno dei promotori della nascente Unione Europea. Il suo impegno per l’adesione al Patto Atlantico e per l’alleanza con gli Stati Uniti fu una scelta cruciale per la collocazione geopolitica dell’Italia, che ancora oggi ne raccoglie i frutti. Polito mette in luce come De Gasperi avesse il “senno del prima,” una capacità di vedere oltre il presente, qualità rara e preziosa in politica.
In un’epoca di grandi ristrettezze, De Gasperi riuscì a promuovere un’Italia che scommetteva sulla crescita senza trascurare il rigore nella gestione delle finanze pubbliche. Polito illustra come, grazie alla sua abilità nel gestire i fondi del Piano Marshall, De Gasperi gettò le basi per il boom economico, migliorando le condizioni di vita di milioni di italiani e sostenendo la costruzione di infrastrutture essenziali. Questo equilibrio tra rigore e crescita rappresenta, secondo Polito, una lezione fondamentale per i leader di oggi che spesso dimenticano l’importanza della sostenibilità economica a lungo termine.
Il legame con il Mezzogiorno e l'unità nazionale
Un’altra lezione importante è il forte impegno di De Gasperi per ridurre il divario tra Nord e Sud. Polito evidenzia come De Gasperi abbia creato la Cassa del Mezzogiorno e sostenuto progetti di sviluppo per il Sud, convinto che il benessere dell’Italia intera dipendesse anche dalla crescita del Meridione. Il suo impegno per la coesione territoriale e sociale è una lezione quanto mai attuale, considerando le disuguaglianze regionali che persistono ancora oggi.
Il premier “forte” e il rispetto delle istituzioni
Polito descrive De Gasperi come un “premier forte,” ma non nel senso autoritario del termine. La sua forza derivava dalla capacità di lavorare con le istituzioni e non contro di esse, mantenendo un equilibrio tra il potere esecutivo e le altre branche dello Stato. La sua visione era quella di un leader che non accentra il potere, ma lo distribuisce, favorendo la costruzione di istituzioni solide e indipendenti. Polito riflette su come la politica odierna, spesso dominata da personalismi, avrebbe molto da imparare da questa lezione di equilibrio istituzionale.
De Gasperi emerge dalle pagine come un gigante discreto, un uomo che ha saputo costruire con pazienza e visione mentre tutto intorno c’era chi parlava solo di distruggere. In tempi di leader urlanti e slogan facili, leggere di un politico che metteva al primo posto il bene comune, che sapeva guardare lontano senza mai perdere di vista l’etica, è quasi una boccata d’aria fresca.
Attraverso la sua narrazione, Polito ci ricorda che la politica può essere una forza positiva, capace di costruire e unire piuttosto che distruggere e dividere. E che, per farlo, servono coraggio, visione e umiltà. De Gasperi, con il suo esempio, offre una strada possibile, forse difficile, ma certamente più nobile per chiunque voglia mettersi al servizio del Paese.
Non so voi, ma io sono rimasto colpita da come Polito riesca a rendere attuale la figura di De Gasperi, trasformandola in una sorta di “guida morale” per i politici (e anche per noi, cittadini) di oggi.
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