Sull'astensionismo elettorale e la corsa alla presidenza in Europa
Astensionismo elettorale disarmante e, quindi, c'è poco da commentare. Se il processo democratico appare sempre più complesso e di difficile lettura, emerge una preoccupante verità: per la prima volta nella storia Repubblicana, più di un italiano su due ha deciso di non votare alle elezioni europee.
Le elezioni certificano come primo partito quello del non voto. Grazie alle astensioni alcuni partiti, vedi il PD, pur prendendo meno voti rispetto alla precedente tornata, si ritrovano ad esultare per percentuali più alte e un maggior numero di seggi. Alcuni dei particolari più curiosi di questo nuovo panorama politico italiano e europeo sono, ad esempio, la sorprendente conquista di quasi due milioni di voti da parte della candidata con nome "Giorgia" che. ha suscitato grande discussione. Non si tratta però di un fatto lodevole, ma di una prova chiara di quanto sia radicata e diffusa l'ignoranza sulla dinamica elettorale e sui suoi effetti. Elettori inconsapevoli hanno votato per un nome rassicurante, ma la domanda sorge spontanea: sapevano davvero per chi stavano votando e che implicazioni avrebbe avuto il loro voto? Oppure si sono lasciati trascinare da una propaganda ad hoc, finalizzata a sequestrare il loro voto? Allo stesso modo, l'enorme successo di Vannacci, che ha collezionato mezzo milione di preferenze, è a dir poco sconcertante.
Il dramma dell'astensionismo elettorale e le sue cause
Voti massicci a favore di personaggi vuoti e privi di una reale competenza politica servono a dimostrare un problema molto più grande e radicato. Il problema della bassa affluenza alle urne, forse erroneamente interpretato come un trionfo delle forze dominanti, appare in tutta la sua gravità. In realtà si tratta di un successo apparente, alimentato da un numero sempre più ristretto di elettori, un nucleo duro che non rinuncia mai al voto. Ma questo non è affatto motivo di esultanza. Al contrario, rappresenta l'effetto devastante dell'astensionismo, che cresce ad ogni turno elettorale.
Una domanda si pone con forza: chi sono queste persone che scelgono deliberatamente di non andare a votare? Nella maggior parte dei casi, sono coloro che vivono in condizioni più difficili, i più penalizzati dall'attuale situazione socio-economica. Cittadini che non si sentono rappresentati da nessuno e per questo decidono di rimanere in silenzio e non partecipare alle elezioni.
Analizzando il panorama europeo, i risultati elettorali mostrano uno scenario altrettanto turbolento. In Germania, Scholz deve fare i conti con un insuccesso; lo stesso vale per Macron in Francia, costretto a indire nuove elezioni. In Austria e in Germania, i movimenti di estrema destra avanzano, mentre in Francia è la Le Pen a farla da padrone. Una realtà che dimostra quanto lo spirito di divisione e il nazionalismo alimentino nuovi conflitti.
La minaccia del populismo in Europa e il ruolo di Von der Leyen
La prospettiva di un secondo mandato per Ursula Von der Leyen, attuale Presidente della Commissione Europea, sembra delinearsi, nonostante le sue politiche abbiano minato seriamente l'economia e il tessuto sociale europeo. Nonostante questo, le dichiarazioni dei partiti dominanti in Italia, Fratelli d'Italia e PD, appaiono evasive e non chiare riguardo il sostegno o meno a questo eventuale secondo mandato.
Questi risultati e prospettive mettono infine in luce la vera forza di un apparato di propaganda che, giocando sulla paura e l'incertezza, è riuscito a indebolire la fiducia dei cittadini in una politica effettivamente rappresentativa, al punto da relegarli alla condizione di meri spettatori e non più di attivi protagonisti.
Nelle pieghe di questo complicato quadro c'è un dubbio: alla luce di questi risultati elettorali, saranno felici alla Casa Bianca?
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